Sul far della sera, la torta di riso viene portata davanti alla caverna, dove il lupo riposa prima di iniziare le sue scorribande notturne. «Ecco fatto!», mormora il sindaco mentre osserva il dolce illuminato dalla luna. «Quando il lupo sentirà il profumino della torta, se la mangerà tutta e finalmente risparmierà i nostri poveri animali da cortile...».

La notte passa veloce e il mattino dopo tutti i villeggianti accorrono incuriositi alla caverna, ma...ahimè! La torta è ancora là davanti, tutta intera! E dalle case dei contadini giungono grida di disperazione: «oh no! Il lupo ha mangiato le mie galline!». E ancora, «nella mia stalla manca un vitellino! Fermate quella bestia!».

Il cuoco Mandarino, desolato, riparte per la Cina, dispiaciuto per aver fallito nella sua impresa culinaria. Di lì a poco, però, ecco che in paese arriva Badù, un cuoco africano famoso in tutto il continente per aver addomesticato un leone ferocissimo con un dolce di ananas e banane. «Con la mia torta», spiega Badù al sindaco, «vi libererò dal lupo e finalmente potrete dormire sonni tranquilli». Il cuoco Badù, dopo aver rassicurato i cittadini di Montilassù, inizia ad impastare la ciambella che, non appena sfornata, viene deposta dinnanzi alla caverna, con la speranza che il lupo cada nel tranello teso dal pasticcere.

Anche questa notte, però, il lupo ha preferito scendere al villaggio per mangiarsi agnelli e galline! E la torta non è neppure stata assaggiata! Il cuoco Badù, dopo essersi scusato con la popolazione di Montilassù, riparte per l’Africa, amareggiato per non essere riuscito ad ammansire la bestia con la sua tanto decantata arte pasticcera.

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